Riparte il progetto “Adotta un sacerdote o un seminarista di Isiolo”

Proprio il giorno in cui è iniziato il lockdown per il Covid19, doveva essere la seconda occasione in cui questo Progetto/Sostegno veniva presentato ad alcune comunità parrocchiali diocesane approfittando della presenza in diocesi di padre James Thuranira Alongo, sacerdote di Isiolo in Italia per motivi di studio. Il progetto si è quindi bloccato fino ad adesso, giugno 2021, anche se qualche adozione di sacerdote è stata sottoscritta anche nel 2021.

Si tratta di un progetto nuovo come concezione, richiestoci dal vescovo di Isiolo, Mons Ireri, per aiutare lui ed il suo clero africano a mettersi in regola con le normative del loro paese in materia assicurativa/assistenziale.

Ci siamo accorti delle nuove situazioni che si sono venute a creare nei paesi dove nei decenni scorsi hanno operato i nostri missionari vercellesi…

cerchiamo di spiegarci a partire dalla fotografia qui sopra inserita:

una fotografia di ambiente africano, una strada non proprio scorrevole, forse una persona a bordo che ha bisogno di assistenza… gente fuori dall’auto perchè forse l’auto  procede tra mille intoppi… Di primo acchito nessuno di noi vedrebbe un sacerdote africano aiutato dai giovani della sua parrocchia che sta trasportando un’ammalata ad un lontano ospedale. Il sacerdote affacciato al finestrino è l’attuale parroco della parrocchia di san Francesco in Oldonyro.

Quando alla guida era uno dei nostri missionari, l’interpretazione nostra era più immediata…

Concentriamoci sulla camionetta: con strade del genere guasti e riparazioni dovrebbero essere all’ordine del giorno… Dopo il rodaggio dei primi anni di missione, per il missionario italiano, il tenere da parte un gruzzolo per guasti e riparazioni diventa normale. Può anche scrivere o telefonare agli amici, ai parenti o all’Ufficio Missionario, che servono dei soldi per continuare la normale attività cioè per alimentare quel gruzzolo. Oppure nelle brevi vacane italiane qualsiasi momento od incontro può servire per alimentare quel gruzzolo. Il popolo cristiano in Italia non è mai del tutto insensibile al “mondo missionario”…

E il prete africano? Normalmente i suoi parenti si aspettano da lui degli aiuti e non il contrario, un ufficio missionario a cui bussare in missione potrebbe essere il vescovo ed i suoi collboratori più stretti, ma in genere hanno dei problemi a far quadrare i loro conti. Qualche europeo di passaggio occasionalmente potrebbe dare una mano… altrimenti resta la Provvidenza! Quella non delude mai, ma ha i suoi tempi ed i suoi piani, ma se c’è un’ammalata da portare in ospedale bisogna andare e … sperare in bene.

Il missionario italiano era accompagnato passo passo nella sua generosa ed instancabile attività da tanti rivoli di solidarietà che davano una certa sicurezza e prospettiva alla sua azione… Il sacerdote africano che ne continua la missione non deve essere lasciato da solo… nella sua povertà.

Queste sono le percezioni, le riflessioni, i principi che ispirano questo nuovo progetto/sostegno e che vanno interiorizzati e posti a fondamento della nostra adesione ad esso. Il discorso varia soprattutto nei termini e negli scenari: non siamo più la retroguardia cristiana che, forte del suo relativo benessere, appoggia l’azione delle avanguardie cristiane (i missionari), ma la comunità cristiana italiana che, in un suo momento di difficoltà (il covid e la ripresa che ne dovrà seguire), viene interpellata dalle giovani comunità cristiane dell’Africa che stanno muovendo i loro primi passi in autonomia e sono messe a dura prova da turbolenze economiche e sociali peggiori di quelle che stiamo affrontando noi. Ci riferiamo ad esempio al confronto col mondo musulmano che li riguarda in modo più drammatico e diretto, con attentati sulla porta di casa ed un confronto/scontro quotidiano che in alcuni scenari del territorio del vicariato li vede spesso soccombere.

non lasciamoli soli…

collegamento alla pagina del progetto

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