Da Trino al Giappone
Padre Mario Vallaro è nato a Trino il 17 luglio 1936 e inizia a frequentare attivamente gli ambienti parrocchiali durante il periodo delle scuole medie. Ricorda volentieri quei giorni e le persone che allora conobbe e che furono importanti se non decisive per la sua vita. In particolare il suo ricordo va a don Giovanni Garlanda che lo seguì negli anni della giovinezza fino alla decisione finale di entrare nel Seminario di Vercelli, scelta effettuata al termini degli studi secondari appena conseguito il diploma. Nel seminario di Vercelli trascorre sei anni che ci tiene a definire “splendidi”, al termine dei quali viene consacrato sacerdote. Sembra una tappa definitiva ma ad appena 3 mesi di distanza ecco un’ulteriore grande tappa, l’ingresso nell’Istituto Missionario del PIME. Un anno di noviziato e poi la partenza per il Giappone. La missione è impegnativa al punto di impegnarlo per ben due anni nell’apprendimento della lingua. Infine la destinazione in cui la sua vita e la sua giovinezza sacerdotale si concretizzano nell’impegno pastorale-missionario sul campo: la prefettura di Yamanashi nella citta’ di Kofu (diocesi di Yokohama) ove rimane 14 anni (6 come viceparroco e 8 come parroco). Per avvicendamenti previsti dalle regole dell’Istituto a cui appartiene, in seguito viene inviato a 600 Km. di distanza dal luogo del suo primo impegno, in una nuova parrocchia nella diocesi di Osaka ove rimane per 10 anni.
Segue un anno sabbatico in Italia e poi un triennio di impegno nell’animazione missionaria in Sardegna. Poi nuovamente Giappone…
Parroco a Yamato e poi ad Hatano entrambe località della diocesi di Yokohama. Ascoltiamo direttamente da una sua mail a don Franco come descrive l’ultima parte della sua ormai lunga e felice vita missionaria:
“Dal 2002 sono nell’attuale parrocchia di Katase sempre nella diocesi di Yokohama. Le regole del PIME e della diocesi non permetterebbero di essere parroco per piu’ di 10 anni nello stesso luogo. A 75 anni detti le dimissioni ed il Vescovo mi disse che non ero piu’ parroco ma “kanrisha”, che in italiano non so piu’ come si dice ma sarei quello che fa il parroco in attesa del nuovo. Ma poiche’ non ci sono preti continuo a fare quello che facevo prima ma con un nome diverso!
Ripensando alla mia vita non posso che ringraziare Dio di tutto cuore per tutto quello che ha fatto per me.
Se dovessi rinascere un’altra volta vorrei ripeterla ancora la stessa vita…magari con qualche miglioramento!”